Una mano…ormai non mi impressiono piu’,i disegni anatomici sono il mio freddo lavoro….ho solo questa giornata per definire la tavola,dopo questo freddo arto strappato finira’ finalmente a riposare.Dovro’ definirne la sezione trasversale solamente ,troncata,segata quasi con disprezzo allo sfortunato proprietario.Io ,invece,cerco di capire chi fossero questi uomini o donne che la morte mi ha portato ad esaminare…questa è la mano di un giovane..direi gentile,non è gravata di rughe che fanno pensare a un lavoro pesante,mi fa pensare a uno scrittore ,magari a un pianista sfortunato che un incidente ha tolto alla vita.Per me questi resti non sono solo disegni da riportare su tavole per studenti i medicina,sono ancora persone…cerco sempre di ricavarne un volto,un carattere,un pensiero.Adesso vedo questa mano correre sulla tastiera di un lucido pianoforte,non è nuda,è circondata dal polsino di una bianca camicia,avvolta da una elegante giacca.Le immaginarie note che sento mi fanno vedere questa persona di spalle,come fossi in disparte pochi metri dietro di lui ,in silenzio ad ascoltare la sua musica ,oppure come in un museo quando si osserva intensamente un quadro che anche te fare vorresti farne parte.Il mio immaginario e sfortunato protagonista mi sembra alto e magro,capelli ricci che volano allo sfiorare della tastiera,inseguono la musica …si agitano e ballano dolcemente.Le sue sono note che sempre ho sentito nella testa…inquiete,malinconiche ,arrabbiate…la mia musica come quella di tanti altri.Sono stata veloce nel disegno seppur sognante..non mi restano che qualche ombra da definire ..e qualche passo per vedere in volto il mio musicista.Mi sto avvicinando per il mio immaginario incontro che lui si volta,sorride ,non sorpreso della mia presenza…il suo viso è dolce ,delicato ,occhi verdi e tristi,non arrabbiato col suo futuro,mi allunga la mano per accompagnarmi accanto a se e….lo spalancarsi della porta alle spalle mi fa sobbalzare,sono venuti per riprendersi quella mano che mi cercava.Rivestendomi per il ritorno ancora nebbioso e solitario,rivedo la mano ,i suoi occhi.Che sciocca sono ,dal finestrino del bus che ogni tanto pulisco dal vapore ,cerco di ritrovare il mio musicista tra i volti delle persone sui marciapiedi,cerco invano il suo sorriso.Non ho fame stasera...solo un te con qualche biscotto ,questa giornata mi ha gelato,devo solo riscaldarmi.Niente tv ,staro’ sul divano,sotto la coperta a leggere quel libro ascoltando Cohen….mi perdo tra una pagina e un’altra a fissare la lampada,forse la febbre che mi ha preso,forse rincorrendo il pensiero.Mi copro e getto via le coperte,sudo e rabbrividisco ,il sonno non esiste questa notte……vedo i suoi occhi che mi scrutano e vogliono….sento quella mano che mi cerca,che mi sfiora ,che mi tocca,che mi bagna…Alzo la tapparella di quel poco e …sole oggi..oggi sara’ solo per me.
Voglio che la mia vita assomigli ad un libro usato...stropicciato, consunto, sottolineato, strappato, con le orecchie su tante pagine.
Non voglio ritrovarmi con un volume nuovo di zecca alla fine.
impossibile?
ma come si fa' a spiegare a una persona che in un sorriso puo' trovare anche la risposta di tutta una vita?
per te.....
tatuero' il tuo corpo...ali stilizzate sulle scapole per ricordarti che sei un angelo...disegni arabeschi per identificare la tua schiena..spirali che sovrastono il seno per arrivare al capezzolo ,il punto piu' sensibile..ma sara' tutto hennè..nessun segno permanente,solo io devo sapere..gli altri devono meritarseli
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