i racconti brevi - muri,muffa e pensieri

…. notostante il colore sotto sia di un crema leggero ,il bianco che sto sovrapponendo ,fa fatica a ricoprirlo..devo dare piu’ mani per cercare di portare nuova luce alle pareti della mia vecchia casa….cerco di essere il piu’preciso e attento,eppure sembra che gli aloni della antica vestigia ricompaiono,come voler dirmi di non voler essere soffocate,cancellate,dimenticate…E’ la casa della mia infanzia,della mia famiglia,ormai deserta e senza voci.Era un mio dovere non lasciarla sola ad ammuffire,marcire.La mia non è una corsa contro il tempo per completare questa sorta di salvataggio…è un lavorarci lento,forse una scusa per essere di nuovo li’.Quando ne apro la porta sembra sentire voci,rumori del mio passato che ritornano e chiamano.Nel silenzio di queste mura a volte credo di udire il rumore dei piatti che viene dalla cucina di mamma che prepara cena,il ticchettio delle unghie sul pavimento del mio cagnolino Kim che scivola per smania e felicita’nel rivedermi al ritorno dalla scuola…..da un po’ di tempo per non sentirmi solo dentro, accendo la tv.. è come che in quella stanza ci fosse ancora il papa’ dalla sua poltrona , con la sua sigaretta in mano ,piedi sulla sedia e con i suoi commenti mi tenesse compagnia nel mio sbrigare.Forse queste mura vogliono dirmi che vogliono ancora vivere,attraverso me,attraverso i miei ricordi. Quando la mia mano armata del bianco colore cerca di ricoprire solamente sbiadite macchie,tristi muffe nascoste negli angoli ,è che ,come quadri nella mente ,ritornano momenti intensi,ricordi,pensieri….talvolta questi angoli per anni imbrigliati da mobili fanno ritrovare piccole cose,come quel pacchetto di sigarette che io stesso gettai per rabbia o forse come primo dolore che non avrei mai accettato,l’ingiustizia della morte,le lacrime della mamma nella penombra triste della stanza,pareti allora mute e consapevoli del momento…monetine che per anni si erano nascoste per non essere ritrovate,l’orecchino della mamma mai piu’ comparso ,fino ad oggi,quasi per dirmi che lei è ancora in casa ed aspetta me per riportarglielo.Nel mio spostare,vuotare ,aprire cassetti sono tanti i pensieri che ritornano dal balcone dei ricordi…ad ogni sorpresa una emozione,una parola che ritorna dal passato…gioie,corse che adesso non riesco piu’ a fare….quando le lacrime incominciano a scendere è il momento di chiudere le finestre e andarmene…sono le fotografie ,i quadri appesi ancora su questi muri ingrigiti che parlano fra di loro.All’ultimo giro di chiave sento che tutto mi saluta e mi aspetta con ansia per un presto ritorno.Le pareti di questa mia vecchia casa hanno una paura inutile ,non sara’ il mio colore a coprire la vita…il mio lavoro sta andando avanti lentamente,dolcemente…vorrei solo che una volta ultimato pure io sia parte di questi muri che parlano e ricordano.Mentre dal viale con la casa alle spalle guardo il giardino ,che ho tagliato,ordinato li vedo tutti la’…seduti intorno al tavolo ,sotto il grosso tiglio ,che sorridono.