Fiori di carta….la osservo mentre ritaglia quei fogli di carta gialla,sembra faccia misure a caso..con la mano sinistra ne tiene fermo un lembo,con la destra piega,stropiccia cosi’ rapidamente, che a fatica riesco a seguire il movimento della dita per ricavare da un semplice pezzo di carta un fiorire di una rosa.Sono pochi secondi e ,sempre, rinasce di nuovo la vita.Le sue dita sono lunghe e affusolate,nella mano destra ha diversi anelli,mi colpisce quello fatto a guisa di serpente..nello svolgere del lavoro sembra un vero rettile che si insinua tra il fogliame,che si nasconde tra le pieghe che fa man mano. Nell’altra, che tiene per fermo,gli anelli che dominano sono astrali,un sole e una luna,e quasi sembravano osservare dall’alto lo strisciare del minuscolo rettile.Con le luci che fanno da contorno questi dorati monili danno l’impressione di essere come vivi,scintillii e bagliori,sole e luna,vita e morte, e il serpente,amore e sesso,tutti intorno a una rosa che nasce.Cosi’ preso nel mio osservare solo ora mi accorgo che le sono vicinissimo..alzo lo sguardo per vedere chi è la donna che ha questo potere.I miei occhi incrociano due perle nere che mi fissano.Occhi profondi,intensi e magici fermi su di me che sembra vogliano rapirmi.Come per non restarne ipnotizzato,forse addirittura impaurito,ribasso di nuovo il viso per nascondermi,sperando che il questo incontro di pupille sia solo un fortuito caso.Non osserva mentre compie e ricrea il suo comporre,è memonico ,quasi naturale come lo è il rincorrersi del sole e della luna,istintivo quello del serpente che si nasconde tra il fogliame,la vita,amore e sesso, intrinseco da sempre.Voglio vederne il volto.Mi sorride..forse ha capito del mio imbarazzo.Lunghi lisci capelli neri che le circondano il viso ,un volto quasi orientale,di terre lontane,un dolce viso posseduto da magici occhi.Perso le mie nascoste paure e ripreso l’istintiva spontaneita’ le chiedero’ qualcosa,una domanda qualunque.Mentre sto’ per tramutare i pensieri in parole mi prende la mano….dolcemente mi accompagna sul quel mazzo di rose gialle che ha fatto nascere.Prendendomi il polso mi fa’ sfiorare quella natura rinata,accarezzare quelle nuove vite di amori senza spine. Ho sotto il palmo gialli fiori mentre una piccola mano mi guida, un dorato serpente sembra adesso sembra strisciare tra le mie dita per tentarmi.Brevi attimi per sentire la sua pelle,per essere tentato da quella piccola serpe e averne il suo veleno.Quasi di scatto abbandona la mia mano, raccoglie il suo lavoro e lo ripone in un angolo,spegne le luci che erano mirate sul suo tavolo.La osservo nei suoi movimenti,delicati come la sua figura,esile,quasi galleggiante nella penombra creatasi e, girandosi ,con un dolce sorriso ,si allontana,quasi scusandosi con me.Aprendo la porta per uscire sulla strada ,si volta per un ultimo piacevole sguardo.Io non riesco a restare fermo,impassibile,devo seguirla.Ormai le luci della citta’ sono gia’ accese mentre si allontana.Lei capisce che la sto seguendo mentre sto accelerando il passo per raggiungerla. Ormai sono alle sue spalle quando improvvisamente si gira. “Semira” mi dice.E’ il suo nome,un nome che sembra magico,di paesi lontani,di incenso e misteriose avventure nei tempi.Parla bene la mia lingua anche se cadenzando,mi parla di lei,della sua lontana terra ai confini asiatici,delle sue passioni ,dei suoi sogni ,cosa vuole realizzare da noi. Io non ho chiesto niente,ma forse aveva capito che “avevo” bisogno di sapere di lei,della sua magia.Le prendo la mano e sono ormai prigioniero di sole e luna.Mentre siamo seduti cenando nella soffusa luce di quel piccolo ristorante le parlo di me,di quel poco che sono,di quel tanto che sogno,di quel che avrei voluto essere.Sono ipnotizzato dai suoi occhi che forse sanno gia’ tutto di me.Saliamo nel suo piccolo appartamento che va verso il cielo,tante scale di una decorosa casa.Aprendo la porta della mansarda ne esce un profumo forte di incenso o forse spezie,la luce solo appena dirada i misteri della sua camera;icone,disegni e idiomi levantini o cirillichi,tanti piccoli particolari di paesi lontani,per capire o solo vedere devo avvicinarmi,toccarli.Non le chiedo pero’ il significato,questo è il mondo di Semira,della sua lontana terra,dei suoi ricordi.Quando mi giro lei si è spogliata,la sua esile figura si scaglia nella penombra,la sua pella olivastra sembra illuminarsi…mi sorride vedendomi dallo specchio mentre si pettina.Mi si avvicina,sento il suo profumo,il suo odore,il suo veleno.Mentre mi spoglia io le accarezzo i capelli,ma non mi allontano dai suoi magici occhi.Adesso il serpente sono io..mi insinuo tra le pieghe del suo corpo morsicandolo,piccoli e delicati morsi di piacere.Seguo le forme del suo corpo cercandone di possederne ogni anfratto,strisciando,per avere il suo calore,come quei rettili che al sole cercano di riscaldare quel loro freddo sangue.Sapeva allora di me.Sapeva che ho bisogno di caldo amore,sapeva dei miei desideri.Voglio sentire ancora una volta il suo profumo…ci annusiamo come animali dopo esserci abbandonati al piacere.Ci siamo donati al serpente che si annidiava in quelle rose di carta,abbiamo assaporato morsi di dolce veleno…La vedo in alto davanti alla porta che mi saluta con la mano sorridendo mentre scendo la stretta scala.Mi ha dato una delle sue rose,è gialla come quel foglietto della stessa carta su cui ha scritto qualcosa che leggero’ quando una luce piu’ presente me lo permettera’. Il fumo delle sigarette si accompagna a quello dei miei pensieri mentre ritorno sulla via di casa.E’ ora di coricarmi, sta per finire questa insolita,magica giornata,emozioni e profumi lontani.Guardo ancora la rosa che ho messo sul tavolino mentre mi spoglio e svuoto le tasche…ritrovo il biglietto di Semira…” i fiori di carta non vanno messi alla luce del sole altrimenti il colore svanisce”. I fiori di carta sono come i sogni, i tuoi intimi pensieri, peccati che bruciano alla luce della realta’; penso fosse questo volesse dirmi veramente…Che strano! Sto raccontando tutto questo scrivendo sul mio notes dalle pagine color paglierino,giuro!