i racconti brevi  
 
  L'ultimo volo 03/05/2024 12:42 (UTC)
   
 

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Questo breve racconto o storia (di fantasia) nasce per
voler di nuovo rincorrere con la mente le emozioni , e
quei sogni che non si devono mai affievolire,e mai far tornare alla realtà.Non mi piace fare prefazioni,ma
queste righe sono per due MONICA,una di Mestre con
il cuore alla sua Venezia,una di Viterbo con una zia a
Burano.Lo leggeranno con sentimenti diversi ,di chi
conosce e di chi solo si emoziona,donne sincere con
veri sentimenti,lontane tra di loro per geografia e
quotidianità,unite da quel filo del destino del caso che
mi ha portato a conoscerle,una che vive per la musica
e che soffocata dal quotidiano quando la ritrova rinasce,l’altra che deve far “nascere”e guarda alla vita
con gli occhi del suo falco volato alto.
 
 
Sono di nuovo le cinque,sta per ricomciare un’altra
settimana.Non so ma capita a volte che il suono del mio segnatempo sembra cambi al rispetto delle stagioni e dei giorni che si attendono, o che mai si vogliono vedere al dunque.E’ un suono forte ,pungente,
come per avvisare il nuovo giorno carico di emozioni e sorprese.Il solito caffe’in fretta,la solita sigaretta che
non dovrei fumare.Quando apro la porta l’oscurita’ è
ancora padrona del giorno,uno sguardo per cercare gli
amici felini ,non ci sono ,d’altronde il buioe la notte sono le loro case ,attenderanno l’ora del ritorno con i
rintocchi delle campane lontane,come sapessero riconoscere suoni e orari.Il viaggio per recarmi al lavoro mi lascia tempo per pensare,non tanto al programma lavorativo che mi attende,ma a cio’ che
non sono riuscito a fare nel fine settimana,è sempre
cosi’, tanti presupposti, tante cose e invece un bel niente ,dovro’ recuperare nel pomeriggio e intanto
sempre accumulo idee e buone intenzioni che so gia’
finiranno nell’angolo della mente destinato all’utopia.
Una leggera foschia mi accompagna nel tragitto,
d’altronde siamo verso al fine di settembre, non potrebbe essere diversamente.Le prime luci del giorno
combattono con quel velo di nebbia ,oggi vincera’ la luce,è ancora presto per i giorni scuri che ci attendono
,c’è ancora tempo prima che la natura si addormenti,
prima di vedere camini e luci dalle finestre nascere e
morire tra squarci di nebbia come decorati da polvere
argentata che solo il freddo sa fare.Sono quasi arrivato,quando penso la strada non la vedo ,è come
automatico,solo quando smetto di pensare ritorno sulla terra  ritrovo il percorso che da anni faccio,sara’
forse per questo motivo che trovo il tempo o il bisogno
di esiliarmi per ricominciare un nuovo giorno.
Guarda! Oggi c’è la solita volpe che mi attraversa davanti,stesso punto da sempre e come mi aspettasse
stesso orario.Non mi ricordo quando è stato il nostro
ultimo incontro,pero’ogni qualvolta significa o deve
significare un qualcosa, perché la quotidianita’ sembra
cambi,quella corsa ,quegli occhi che mi guardano da
lontano vogliono dire “E’ oggi!”,”E’ per oggi Iliano!”.
Cosa deve succedere nella giornata?Non so,non ricordo mai quei suoi avvertimenti,con il passare delle
ore ,cio’ che poteva sembrarmi un segno diventa solo
casualita’ e destino.Scendo dall’auto e oggi capisco subito.Il tuonare di fucili dalle vicine rive del fiume mi
ricordano dell’apertura della caccia.Maledetti!E mentre lo penso un brivido mi percorre ripensando alla
mia amica natura assediata dalla cattiveria umana.
Accendo subito lo scafo .Voglio che il rombo del motore spenga o almeno soffochi in parte quegli spari.
Me li vedo già i nostri eroi,vestiti da rambo,dietro a paraventi di canna sorridere al mio passaggio ,orgogliosi delle loro prede e a incitare i cani a tuffarsi
nel fiume per raccogliere quei fardelli insanguinati di penne una volta colorate e brillanti ,ma adesso cosi’
spente e fredde scendere con la corrente del mio fiume.Oggi devo fare piano ,non devo fare tanto rumore con lo scafo,non voglio che al mio passaggio le anatre e germani reali si alzino per il volo per salutarmi.Il brontolio del motore è simile al rumore dell’acqua che taglio,le onde che la barca fa’ devono essere minime,devo essere silenzioso,non voglio essere complice di morte.Mentre risalgo lentamente la
corrente ripenso ad alcuni mesi fa,quando tutto era
“felice”,il periodo degli amori che la natura ci regala,
i voli delle coppie dei germani,maschi e femmine che
si inseguivano formando cerchi e traiettorie che nessun aereo sara’ mai capace di compiere,poi quella
scuola della vita nel vedere il mondo delle nidiate dei
piccoli in diligente fila nel seguire la guida della femmina che sembrava orgogliosa nel mostrare i suoi
piccoli ,i primi voli, poi il richiudersi del cerchio.
Conosco il fiume e conosco i suoi abitanti,so’ dove hanno casa,so’ che non devo essere invadente con
loro;loro non mi chiedono niente e io non voglio di piu’.
Gli aironi stanno come a guardia delle rive appollaiati
sugli alberi di salice,fieri e imperterriti,le garzette e i
gabbiani anche loro sugli isolotti che nascono nel fiume in secca sono indifferenti al mio arrivo,forse sicuri che nessuno, tantomeno io,alzera’ arma verso di loro.Solo tra le gazze e i cormorani c’è movimento;la
loro è una continua caccia al cibo;li vedi tuffarsi alla ricerca ,o a cavallo delle carogne di pesci,allamati e poi rilasciati morenti,ridiscendere con la corrente lanciando stridulii che rompono il silenzio.Qua’ dietro al ponte,sotto i rami dei salici che si bagnano nell’acqua è il posto delle vittime sacrificali dell’uomo.
Le anatre.Ci sono!Sono ben nascoste alla cattiveria
dell’uomo e nonostante il mio passaggio a qualche metro da loro,restano tranquille,mi osservano ben sapendo che non le potrei mai tradire svelando il loro
rifugio.Al ritorno sono felice,quasi sorrido!nessuno dei miei compagni mi sembra caduto in questo primo giorno di guerra,purtroppo so’ che non sara’ cosi’ sempre,e i miei occhi sicuramente vedranno tristi spettacoli .Mi sono seduto con le gambe appoggiate al parapetto della darsena e osservo il lento correre del
fiume,il suo trasportare di rami ,foglie che va’ lemme
verso il delta e poi la vastita’ del mare.Mi sorprendo
anch’io a volte delle emozioni di quei momenti che la
natura sa darmi.Io che sono ipertecnologico,che creo
software per comunicazioni digitali,che da codici binari ,da numeri e lettere, faccio crescere idee per
non essere soli,vengo attratto e assorto dal vento che
scuote le fronde degli alberi,dal parlare della natura che bisbiglia in quel che si pensa sia silenzio.E’ la mia
contraddizione lo’so.Io che vorrei essere sempre un lupo alla ricerca di prede,vivere nella notte per vedere,capire,provare,in fondo con la luce del giorno
vengo sempre preso con le tagliole che la quotidianita’
nasconde.Io che con l’oscurita’ vago affamato di peccato,col sorgere del sole devo coprirmi per non
farmi vedere o capire.Io riesco ad accettarmi e a volte me ne compiaccio dell’essere cosi’ bifronte;non nascondo l’uno all’altro.Sono entrambi leali e reali.
Fare una scelta non è possibile,non si puo’salvare solo
l’uomo ,la bestia fa parte di me,ne ucciderei l’irrazionalita’ ,l’instinto,soffocherei di normalita’.Forse
qualcuno dira’ che è mancanza di coerenza.Un sogno
continuo senza realta’,o realta’ senza sogni?Le rondini
solo in fila sul cavo che lega il barcone,pronte per la
partenza per sfuggire dalla stagione che arrivera’.Le
guardo ,sono attente e in attesa del via.Mi sembra di
conoscerle tutte.Sono anni che nidiano sotto la tettoia
,ritornano sempre ,al loro arrivo la natura rinasce e anch’io riprendo nuova forza dopo il periodo scuro.
Le piccole sono piu’ nervose,battono freneticamente le ali ,gia’ pronte per il grande balzo.Guardo la vecchia
rondine ,sembra non voglia partire quest’anno.La rivedo da sempre,era la prima ad arrivare,era lei che mi avvertiva dei nuovi piccoli,voleva frenetica quasi
sfiorandomi per darmi l’annuncio,ed io ero al mattino che svegliavo la famigliola accendendo i motori .
Guardo i suoi occhi che sembrano fissarmi,sembra
voglia dirmi qualcosa.Forse sara’ il suo ultimo volo,non
ci sara’ un ritorno da me?Un velo di tristezza mi prende,non voglio questo,voglio ancora sentirla e vederla .Batto le mani per farle partire,si sono alzate,vanno!Intanto che quel piccolo stormo si allontana,penso a quella vecchia rondine che mi ha
accompagnato in questi anni che forse non rivedro’.
Mi piace pensare che anche per gli animali che se vanno esista un posto dove ritrovarsi e rinascere,un
posto che esiste magari solo nella nostra mente:li’
rivedrei i cani e gatti della mia gioventu’,correre con
me come un tempo,con le persone care che non ci sono piu’ che felici sorridono,come il desiderio di un’amica e del suo falco volato alto che lo vede sul braccio del nonno.
 
  sogni,storie e realta'........
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  misura solo il tempo...non le emozioni
  io...
Voglio che la mia vita assomigli ad un libro usato...stropicciato, consunto, sottolineato, strappato, con le orecchie su tante pagine.
Non voglio ritrovarmi con un volume nuovo di zecca alla fine.
  impossibile?
ma come si fa' a spiegare a una persona che in un sorriso puo' trovare anche la risposta di tutta una vita?
  per te.....
tatuero' il tuo corpo...ali stilizzate sulle scapole per ricordarti che sei un angelo...disegni arabeschi per identificare la tua schiena..spirali che sovrastono il seno per arrivare al capezzolo ,il punto piu' sensibile..ma sara' tutto hennè..nessun segno permanente,solo io devo sapere..gli altri devono meritarseli
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