i racconti brevi  
 
  ...è solo carta straccia 04/05/2024 06:22 (UTC)
   
 


…. ecco adesso si ferma,il solito rumore metallico di bottiglie che cadono nel cassone,la porta del camioncino che sorda si richiude , riparte..,ormai sono abituata a svegliarmi cosi’.Non c’è nessuno ancora per strada,solo il servizio della nettezza urbana che passa sotto le finestre a quest’ora…lo sento arrivare gia’ prima ,quando affronta la curva per fermarsi bruscamente davanti alla birreria che solo da poco ha chiuso…prima che si fermi all’incrocio e che la mia sveglia mi riporti al giorno restero’ sotto le coperte quella manciata di secondi che non mi basta mai.Eccolo  il suo chiamarmi insistente,allungo la mano ,si ricomincia!Accendo la luce e metodicamente mi preparo…le solite cose ,tutti i giorni,da tanto,da troppo .Non ho tempo per un trucco decente,tanto chi mi vede a quest’ora..non ho tempo per una colazione come quelle che si vedono nei film,un caffè veloce che di poco anticipera’ la mia prima sigaretta accendersi. Sono gia’ pronta ,infilo la vestaglia da lavoro con sopra il piumino,richiudo la porta.E’ ancora buio ,è sempre buio a quest’ora..giu’ in strada mai nessuno ,specialmente adesso ,è inverno.L’auto è gelata ,non si scaldera’ nel tragitto lo so, a malapena si sbrineranno i vetri,l’unica cosa da fare per non sentirmi assiderata è frugare nelle tasche per ritrovare il pacchetto e l’accendino.Da alcuni giorni pure la radio non funziona,almeno prima la musica mi faceva come anticipare il nuovo giorno,una parvenza di non essere sola,di ricominciare con altri ,con tanti altri che dal buio vanno verso la luce.Ancora un isolato,il semaforo che trovo sempre rosso e sono arrivata.Eccomi sotto questo palazzone grigio,è martedi’,il mio piano è il settimo,quello del commercialista.Le luci fredde dei neon si accendono stanche pure loro,qualcuna impiega piu’ tempo a rompere l’oscurita’ e il silenzio di questi uffici.Non conosco di persona chi fra qualche ora si siedera’ a queste scrivanie,ma ne conosco i nomi ,quello che fanno ,dal loro lavoro ai loro sogni,piccole cose ,che quasi sembrano definirne viso,lineamenti,spicchi della giornata trascorsa ,attimi della loro vita. Ecco questa prima stanza è quella di Luisa,praticamente non avrei niente da fare qui,con la scrivania ordinata..è precisa Luisa,le penne raccolte in un angolo sopra i fogli,i faldoni nell’altro e vicino al telefono il portaritratti …è una foto del suo bimbo che abbraccia un cagnolino..mai nulla che ricordi una figura maschile, è sola,penso si sia dedicata solamente al figlio e voglia dimenticare forse periodi infelici che ha attraversato.Nel cestino solo un foglio strappato e nulla piu’.Pochi metri ed ecco … a queste due contrapposte scrivanie siedono Marco e Nadia.Sono totalmente differenti tra loro cio’ che li unisce sono solamente le pareti di questa stanza .Nadia ha disposto il suo spazio in modo confusionario,telefono seminascosto da una parete di modelli e bustepaga,penne e graffette che a cascata si sono rovesciate sul pavimento,il cestino contiene diversi post-it gialli strappati,ancora piu’ numerosi i bicchierini del caffe’.Me la immagino di mezza eta’,con qualche chilo di troppo,una donna che ha chiuso il suo cuore all’amore,che si dedica completamente al lavoro dal quale non si stacca nemmeno per una pausa,una donna forse delusa dalla vita ,una donna che entrando per la prima volta in questo ufficio tanti anni fa’aveva ben altre aspirazioni e che oggi  considera a distanza solo illusioni.Marco invece deve essere giovane,una persona che finito il lavoro se ne scappa dall’ufficio per ritornare a vivere, sulla sua scrivania ben poco fa risalirne al suo compito…ordinate sia le pratiche che le stampe scaricate da internet di auto e viaggi  futuri,un cestino colmo di pallottole di carta scarabocchiate,depliants di locali e scontrini vari…me lo immagino che allo scadere della giornata scrutare questo grosso orologio che sto pulendo, solo aspettare a scattare via,dovra’ correre dagli amici,organizzarsi, e tutto questo mi fa sorridere.Questo che sto entrando è l’ufficio del capo.L’avevo capito dal primo giorno che era il suo.Elegante e disordinato,qua trovo sempre il computer acceso che non tocco avendo paura di combinare qualche guaio,a volte dimentica pure chiavi e altre cose personali..deve essere una persona forte,decisa..uno che ha “sfondato”…non so se essendo lui se riuscirei a conciliare lavoro e famiglia,impegni e vizi,amore e cuore ,cose totalmente diverse per me.E’ l’unico che fuma,o puo’ fumare qui..lo sento ,non trovo mozziconi in giro nel portacenere che usa per altro o nel cestino..apriro’ qui la finestra per accendermi l’ennesima sigaretta del mattino, e come ho scoperto, buttare sul terrazzo comune di sotto,come fa lui,l’ultima parte di vizio che non si riesce a consumare.Non c’è tanto lavoro il martedi’in questi uffici,mi resta solamente quello in fondo ,il mio preferito,quello di Sandra.Mi fermo alla macchina distributrice del caffe’,è la forza dell’abitudine,non è un vero bisogno,forse solo per fermarmi qualche minuto a riflettere dei miei personali impegni che quotidianamente accumulo.Mi costruisco sempre un programma ,un programma che sempre disilludo…forse per vera mancanza di tempo, inattese complicazioni ,o per la mia paura di cambiare,di affrontare cose nuove,cambiamenti che desidero ma che allo stesso tempo mi bloccano.Dalla finestra dell’ufficio di Sandra riesco a vedere le montagne che vicine alla citta’ riprendono vita illuminate dai primi raggi di questo sole invernale.Le luci delle case e palazzi incominciamo a spegnersi per lasciare spazio a quella naturale del freddo giorno,giu’ in strada auto fumanti sempre piu’ numerose affrontano i viali alberati ancora ricoperti dalla brina.Mi siedo un attimo alla scrivania della mia amica .Riconosco in lei la mia gioventu’,il mio passato entusiasmo,la volonta’ di credere nei sogni.Ha gia’ messo in centro al suo tavolo un foglio con il programma preciso della sua giornata,da quello lavorativo al resto dei suoi impegni,sono sicura che ci riuscira’ pienamente oggi e vorrei tanto che la sua volonta’ e desideri venissero premiati  sempre…una sorta di battaglia che io ho perso,ma che con lei avra’ la mia rivalsa .Finito! un ultimo sguardo alla foto di Sandra che sorride in mezzo ai girasoli,sorrido insieme a lei….Mentre esco  prime persone sui pianerottoli ,che assonnate,si scambiano monotoni “Buongiorno”e nulla piu’.Tutte facce sconosciute sempre anche se vedo da anni…volti che non conosco e che non sanno chi sono io,cosa faccio ,cosa penso,non sanno niente di me,delle mie emozioni,dei miei piccoli desideri rimasti…giu’ in strada mi accendo ancora una sigaretta,guardo in alto al settimo piano, alla finestra della mia amica che si apre e ricomincia a battersi …anche un po’ per me.
………a una amica


 
 
  sogni,storie e realta'........
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  misura solo il tempo...non le emozioni
  io...
Voglio che la mia vita assomigli ad un libro usato...stropicciato, consunto, sottolineato, strappato, con le orecchie su tante pagine.
Non voglio ritrovarmi con un volume nuovo di zecca alla fine.
  impossibile?
ma come si fa' a spiegare a una persona che in un sorriso puo' trovare anche la risposta di tutta una vita?
  per te.....
tatuero' il tuo corpo...ali stilizzate sulle scapole per ricordarti che sei un angelo...disegni arabeschi per identificare la tua schiena..spirali che sovrastono il seno per arrivare al capezzolo ,il punto piu' sensibile..ma sara' tutto hennè..nessun segno permanente,solo io devo sapere..gli altri devono meritarseli
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